L’ultimo report della ventennale piattaforma di email marketing GetResponse mostra come gli italiani siano un popolo ancora molto affezionato alle email. Vediamo in 10 tips i risultati più interessanti del report e qualche utile strategia da implementare nel proprio piano di comunicazione settimanale.
1. Email marketing: Italia vs. mondo
Nel suo ultimo report GetResponse ha analizzato un flusso di 200 milioni tra email automatizzate, autorisponditori, newsletter e RSS inviate nel 2021. Dai risultati del report si evincono dati molto interessanti, sia dalla prospettiva degli addetti ai lavori che da quella degli utenti.
L’Italia si trova al sesto posto nella classifica mondiale dei migliori tassi di apertura, undicesima per email cliccate e diciottesima nella classifica che analizza il rapporto tra aperture e click. Cosa significa questo dato?
Significa che gli italiani sono ancora molto legati all’email marketing, aprono le comunicazioni che ricevono e molto spesso le cliccano. Con un tasso di aperture medio del 28,54% l’Italia segue di poco la Francia, le Filippine, i Paesi Bassi e la Germania, con un tasso medio di apertura che supera di ben 6 punti percentuali la media mondiale (19,99%).
2. Parole, parole, parole. L’importanza dell’oggetto della mail
Le regole per scrivere un buon oggetto di una mail di marketing sono molte e ben conosciute dagli addetti ai lavori. Tra queste troviamo che l’oggetto di una mail dovrebbe contenere un massimo di 10 parole, una sola emoji, domande dirette, come “Ti piacerebbe…?” o “Vuoi ottenere…?”.
Cosa dire invece delle parole da usare e di quelle da bandire? Dal report di GetResponse emergono tante preziose indicazioni in questa direzione, alcune anche molto curiose. Per esempio, tra le parole preferite dagli italiani troviamo “pdf”, “video”, “novità”, “eventi”, “invito”, “bonus”. Rimangono in vetta tutte le parole con un’indicazione temporale, tra cui “ora”, “giorno”, “mese”, “anno”.
Quali invece le parole da bandire dalle comunicazioni a scopo di marketing? Senza dubbio “ricercato”, la parola con la peggior performance. Seguono “garantito”, “illimitato”, “veloce”, “potente”, “massivo”.
Due fatti curiosi: l’oggetto delle mail nelle quali compare la parola “tu” genera un tasso di apertura dimezzato rispetto a quelle con “noi”. Lo stesso comportamento rispetto alla parola “oggi” in confronto a tutte le altre parole con accezione temporale.
3. Personalizzazione: l’importanza al singolo lettore
Gli italiani preferiscono le email personalizzate a quelle massive. Questo dato è in controtendenza rispetto al resto del mondo, dove non si attestano particolari differenze tra l’una e l’altra forma. Agli italiani piace essere chiamati per nome, apprezzano l’inserimento di poche emoji, la presenza di video e immagini.
D’altronde si sa, senza nulla togliere agli altri Paesi del mondo, gli italiani sono un popolo che ha fatto del gusto estetico, della ricerca della bellezza, della canonizzazione della perfezione uno stendardo, tanto nel passato, quanto nel presente, in tutti i settori produttivi.
Forse è anche per questo che apprezzano così tanto la personalizzazione e il contenuto curato, anche e soprattutto nella sua forma.
4. Qualità vs. quantità
Ogni addetto ai lavori prima o poi, durante la sua carriera, si è posto questa domanda: “Quante email di marketing inviare alla settimana per non stressare i clienti e mantenere alto l’engagement?
Solitamente si guardano i report di invio e si confrontano nel tempo. Questo il modo più empirico per trovare la quadra tra ciò che il committente vorrebbe e ciò che l’utente gradirebbe. Il report di GetResponse risponde anche a questo interrogativo.
Dai risultati emerge, infatti, che una mail di marketing a settimana è considerata la giusta quantità. Valore dunque alla qualità, al contenuto curato, alla personalizzazione, all’inserimento di contenuti speciali, piuttosto che alla quantità.
5. Il desktop colpisce ancora
Se non stupisce che la giusta quantità di email da inviare sia una a settimana, lascia quanto meno stupiti il dato relativo al mezzo con cui gli italiani preferiscono aprire e leggere le email.
Il desktop rimane il protagonista indiscusso dell’email marketing, con un tasso di apertura medio del 76% contro uno scarso e inaspettato 26% del mobile.
Questa considerazione se facciamo riferimento alle sole aperture. Se parliamo invece di click avremo una situazione molto più bilanciata, con il 54% di mail cliccate da mobile contro un 46% da desktop. Come leggere questo dato? Probabilmente per l’immediatezza del mezzo e per l’uso molto più “pratico” e smart che se ne fa ogni giorno.
6. Email marketing: i settori di mercato trainanti
Quali sono i settori per i quali, in Italia, conviene di più investire in una buona strategia di email marketing? Sicuramente quello automotive, che genera il 55,57% delle aperture medie. A seguire sport, non-profit, assistenza sanitaria e servizi finanziari.
Di contro, i settori per i quali l’email marketing potrebbe non essere la prima strategia di marketing sulla quale puntare in Italia sembrano essere editoria, servizi legali e ristorazione.
7. Orari e giorni migliori di invio: una questione di settore
Come si evince dal report, ci sono specifici orari e giorni di invio delle email di marketing che performano meglio di altri. In generale, la fascia oraria migliore risulta essere quella tarda serale, dalle 22 in poi, con un raggiungimento del tasso più alto intorno alle ore 00.
I giorni migliori, in generale, per inviare mail sono il giovedì e il martedì. Dal report si evince che la considerazione sull’ora e sul giorno di invio andrebbe fatta anche tenendo conto del settore di appartenenza.
Le 6 di mattina della domenica, per esempio, risulta essere la miglior combinazione di ora e data per il settore sportivo.
Un dato molto interessante, che permette agli addetti ai lavori di massimizzare i risultati dei propri invii e, di conseguenza, del proprio livello di engagement.
8. La strategia è tutto (o quasi)
Quali sono le migliori strategie di email marketing per l’Italia? Dai dati provenienti dal report i messaggi personalizzati e automatizzati sembrano essere i più letti e i più apprezzati dagli italiani, anche a livello di click.
Seguono automation e RSS. Tre strategie da tenere bene in considerazione per aggiustare la propria o per esplorare nuove e interessanti frontiere dell’email marketing.
9. Siamo proprio sicuri che più grande è la lista, meglio è?
Se venisse posta la domanda: “È meglio inviare email a un grande o a un piccolo elenco?” probabilmente, i più, risponderebbero: “A uno più grande, per la legge dei grandi numeri”.
A quanto si può vedere dal report, invece, ottengono risultati più performanti le piccole, piccolissime liste di contatti di invio. Parliamo di liste da 1000-2500 contatti, probabilmente altamente profilati e altamente reattivi.
Un’altra volta, non stupisce come nel nostro paese sia apprezzata la qualità rispetto alla quantità e non stupisce, lato addetti ai lavori, quanto sia importante un pubblico ristretto ma di alta qualità, rispetto a un vasto bacino di utenti mal profilati e disinteressati. Una lotta che siamo sicuri, qualunque Marketer si è trovato ad affrontare con i propri committenti almeno una volta nella propria carriera. Alla prossima discussione, se non altro, avrete un dato in più da portare a vostra difesa.
10. Dare il benvenuto fa sempre il suo effetto
Nella parte finale del nostro resoconto ci poniamo la seguente domanda: “Qual è, dunque, la tipologia di email che più di ogni altra dovrebbe essere inclusa in ogni buona strategia di email marketing che si rispetti?”. La risposta non è certo una rivelazione, ma è comunque importante condividerla e fare le dovute osservazioni.
Secondo l’indagine di GetResponse la tipologia di email più apprezzata dagli italiani, con la quale interagiscono maggiormente (anche se con risultati peggiori rispetto allo scorso anno), è la mail di benvenuto, che registra un tasso medio di aperture di quasi il 70%.
Le email di benvenuto sono quindi la forma di email marketing più importante, con un tasso di aperture e click di ben 3 volte superiore rispetto alle newsletter standard.
Con le email di benvenuto, che mostrano la reattività di un Brand alle azioni del cliente è possibile raccontare l’azienda, promuovere sconti personalizzati, instaurare fin da subito un rapporto di condivisione con il proprio target. La vecchia regola del primo approccio è sempre valida, anche e soprattutto nel mondo dell’email marketing.
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Bibliografia: