Negli ultimi mesi dell’anno le grandi aziende dell’Information Technology stanno affrontando un periodo di grandi criticità. Il rallentamento dei ritmi di crescita delle Big del Tech, infatti, sta portando a licenziamenti massivi di personale in tutte le aree, in tutto il mondo. C’è chi parla di “reset culturale”, di un’inversione di tendenze che porterà enormi ripercussioni nel nostro modo di vivere e interagire con la tecnologia. Le visioni e le prospettive su questo argomento sono delle più disparate. Le analizziamo e le commentiamo insieme in questo articolo.
1. Le Big del Tech: grandi numeri sì, ma in licenziamenti
Twitter, Amazon, Facebook, Google, Netflix sono solo alcune delle grandi aziende dell’Information Technology ad aver dato avvio, già da qualche mese, a un sistematico programma di licenziamenti e smantellamenti di sedi in tutto il globo.
I dati sui licenziamenti sono allarmanti. Nella sola Sylicon Valley sono già stati tagliati più di 100.000 posti di lavoro e il trend non promette un rallentamento. Amazon sta valutando il licenziamento del 3% dei dipendenti corporate (circa 10.000 persone) e dell’1% dei dipendenti operativi (circa 1 milione di persone in giro per il mondo). Meta ha già mandato a casa circa il 13% dei suoi dipendenti e Zoom ha dichiarato una rigida politica di licenziamenti dopo il crollo del 90% delle azioni della società registrato in borsa.
Stiamo assistendo a un momento storico critico e allo stesso tempo peculiare, che merita, a parer nostro, una comprensione e un approfondimento. Quali sono le ragioni alla base di queste politiche di licenziamento di massa? Ne parliamo nel prossimo capitolo.
2. Le Big del Tech nel loro momento più buio: alle radici della decadenza
Come è naturale che sia, tali avvenimenti stanno avendo una eco mediatica di portata globale e molti esperti in tutti i campi si stanno interrogando sulle ragioni alla base di tali scelte.
La prima motivazione sembra essere la crescita sconsiderata che queste enormi aziende del settore IT hanno vissuto negli ultimi anni. La delocalizzazione, la global economy, la pandemia da Covid-19 sono tutti fattori che in misura minore o maggiore, hanno contribuito a farle prosperare senza freni, quadruplicandone ricavi e utili.
Questa crescita smodata ha portato a un aumento di valore dei loro capitali con conseguenti investimenti di massa ed enormi aspettative da parte degli investitori e dei mercati di tutto il mondo.
Quello che i più, forse, non avevano previsto, è che anche le grandi aziende dell’IT non sarebbero state immuni alle grandi trasformazioni sociali, economiche, tecnologiche e culturali degli ultimi anni.
Gli scenari internazionali sono cambiati e stanno drasticamente cambiando. Dopo il Covid-19 è arrivata l’inflazione ai massimi storici, il conflitto tra Russia e Ucraina e le relative tensioni internazionali, il crollo degli investimenti, la crisi delle risorse.
La seconda, forse meno “chiacchierata”, ma sicuramente importante motivazione dell’attuale crisi delle grandi aziende del Tech sembra essere l’inadeguatezza di questi grandi colossi alla transizione verso il web 3.0.
Un’inadeguatezza tecnologica ed economica, un’impossibilità tangibile nel sostenere i ritmi della grande corsa verso il futuro del web.
Metaverso, decentralizzazione, NFT, cryptoeconomia sono e saranno le parole chiave del web 3.0. Parole chiave che, nonostante i grandi progressi e gli investimenti a 9 zeri, le Big del Tech non sono in grado di affrontare nella loro complessità, né dal punto di vista tecnologico, né, soprattutto, dal punto di vista economico.
L’attuale situazione, a prima vista, sembra rappresentare il tipico “cane che si morde la coda”. A parere di molti, invece, delle menti più visionarie, c’è ancora molto da fare e molto in cui sperare. Vediamo nei prossimi capitoli quella che potrebbe essere una nuova alba per il futuro del Tech.
3. “Reset culturale”: cosa si intende?
Molti esperti del settore stanno definendo l’attuale momento storico come un momento di “reset culturale” donando a questa espressione, in molti casi, un’accezione negativa. Un reset, un “ripristino”, per sua definizione, deriva sempre da uno stallo, da una momentanea interruzione. Quello che però viene dopo tale reset è, di norma, non completamente prevedibile.
Se finora le grandi aziende del Tech sono cresciute a ritmi vertiginosi e incontrollabili, da oggi in poi questa crescita esponenziale rallenterà drasticamente e potrà vivere veri e propri momenti di blocco totale. “Blocco”, tuttavia, non vuol dire “fallimento”, tanto quanto “rallentamento” non significa “crollo”. Saranno gli investitori, l’economia mondiale, i cambiamenti sociali a decretare in che direzione andranno i colossi dell’IT, se verso la rovina o verso la rinascita.
I tempi, attualmente, sembrano troppo acerbi per schierarsi o per valutare la situazione, tanto in senso positivo quanto in senso negativo.
Da questo particolare momento storico c’è chi pensa che si possano raccogliere grandi opportunità. Analizziamo nel prossimo capitolo questa visione positiva e sicuramente molto interessante.
4. Le nuove Big del Tech tra sostenibilità e valorizzazione dell’ecosistema imprenditoriale
Il punto di vista “distruttivo” non è sempre l’unico. Come in ogni situazione, come in ogni campo, c’è sempre il risvolto positivo, la visione, lo spunto a cogliere un’opportunità.
Molti esperti stanno commentando con grande positività il momento attuale, vedendolo come uno dei momenti di maggior apertura mentale e spirito di iniziativa mai vissuti.
Infatti, se è vero che le grandi aziende del Tech hanno licenziato e stanno licenziando moltitudini di persone, è anche vero che queste persone potrebbero avere un grande valore nella società odierna. Si tratta di profili professionali dotati molto spesso di skill davvero forti nei loro campi di expertise, si tratta di persone che hanno vissuto le Big del Tech da dentro, che hanno respirato il clima della crescita senza freni, delle altissime aspettative.
Molti pensano che combinando le capacità e le attitudini professionali di queste persone con le mutate esigenze di un’economia sostenibile si possa generare una delle più grandi rivoluzioni di tutti i tempi. Basti pensare alla comparsa e alla diffusione sempre più capillare delle Società Benefit: aziende profit che hanno deciso di impegnarsi nero su bianco per un’economia sostenibile in termini economici, sociali e culturali.
LAB4IT, Società Benefit con la quale collaboriamo, è già parte di questo cambiamento. Se vuoi saperne di più ed entrare nel vivo del progetto di LAB4IT, clicca qui.
Il 2023 sarà l’anno delle nuove, grandi Big del Tech? Sarà l’anno della nuova imprenditoria, della collaborazione attiva tra aziende, di una visione sostenibile dell’economia? Noi lo auspichiamo. Facci sapere tu cosa pensi, lascia un commento!
Bibliografia: