Le app di messaggistica istantanea fanno parte già da un po’ di anni della nostra quotidianità. Il loro uso è diffusissimo e copre praticamente qualunque fascia di età. Un successo enorme, che si contende tra due colossi: WhatsApp e Telegram. Quale dei due è più user-friendly, quale più sicuro, quale più diffuso? Cerchiamo di rispondere in questo articolo, mettendo in evidenza potenzialità e limiti di entrambi gli strumenti.
1.WhatsApp e Telegram: brevi cenni storici e qualche specifica tecnica
WhatsApp è un’app di messaggistica istantanea fondata nel 2009 da Jan Koum e Brian Acton, due ex dipendenti di Yahoo!. Il boom di WhatsApp, tuttavia, è arrivato dal 2014 in poi, quando l’app è stata acquisita da Facebook (ora Meta), fatto che ha permesso uno sviluppo molto più rapido della piattaforma in termini di funzionalità e tecnologie.
WhatsApp si basa su una struttura di server centralizzata per gestire le comunicazioni e garantire la consegna dei messaggi. Inizialmente, l’app è stata sviluppata come alternativa agli SMS tradizionali per consentire agli utenti di inviare messaggi di testo, immagini, audio e video attraverso la connessione dati o Wi-Fi (lo stesso vale per Telegram).
WhatsApp è progettato per funzionare su diversi sistemi operativi, sia su dispositivi mobili sia su computer. Esiste infatti un corrispettivo della app da installare sul proprio pc che funziona, tuttavia, solo se l’applicazione sul telefono è attiva e connessa a Internet.
Nonostante si basi su una struttura di server centralizzati, il sistema di chat di WhatsApp implementa la crittografia end-to-end, un sistema per cui il contenuto dei messaggi è crittografato sul dispositivo del mittente e può essere decifrato solo sul dispositivo del destinatario, garantendo alti livelli di sicurezza e privacy durante la trasmissione dei dati.
Telegram è stata fondata nel 2013 dai fratelli Nikolai e Pavel Durov. Ques’ultimo è stato anche il fondatore di VKontakte (VK), una delle piattaforme social più diffuse e utilizzate in Russia. Nel 2014 avviene il lancio ufficiale della piattaforma che, a differenza delle concorrenti, punta moltissimo su privacy e infrastruttura in cloud open-source.
Il 2016 è l’anno della svolta per Telegram che acquisisce sempre più utilizzatori anche in virtù dell’implementazione dell’API dei bot, consentendo a utenti esperti e sviluppatori di creare e integrare bot (intelligenze artificiali) all’interno della piattaforma.
Una delle differenze strutturali tra Telegram e WhatsApp, infatti, è proprio la tecnologia open-source di Telegram, che permette agli utenti di vedere il “dietro le quinte” della app, comprendere in che modo lavorano gli sviluppatori e contribuire loro stessi alla progettazione e alla diffusione di robot, come vedremo successivamente.
Nel prossimo capitolo parleremo delle funzionalità comuni ai due strumenti e dei loro elementi di divergenza, cercando di mettere in risalto potenzialità e limiti di ognuno.
2.WhatsApp e Telegram: funzionalità simili, utilizzi differenti
Abbiamo parlato della storia delle due applicazioni, di come sono nate e con quale tecnologia sono state costruite. Concentriamoci adesso sulle funzionalità dei due strumenti, evidenziandone similitudini e differenze.
Partiamo dalle somiglianze. Entrambe le app sono gratuite, disponibili sia per iOS sia per Android, presenti nella versione dedicata al pc nella forma WhatsApp Desktop e Telegram Web. Entrambe sono app di messaggistica istantanea e, come tali, permettono l’invio di testo, audio, musica, emoji, file di diversi formati, immagini. Con entrambe si possono creare delle chat di gruppo e partecipare alle discussioni nei canali.
Cosa differenzia, quindi, i due strumenti? Sicuramente la crittografia end-to-end, presente di default in WhatsApp e soltanto nelle chat segrete su Telegram (non su quelle standard).
L’utilizzo delle chat segrete, interessante funzionalità aggiuntiva di Telegram, permette di attivare la crittografia end-to-end e consente, inoltre, agli utenti di inviare messaggi che si autodistruggono dopo un determinato periodo di tempo. Le chat segrete offrono anche funzionalità di sicurezza aggiuntive come chiavi di crittografia specifiche e prevenzione dall’acquisizione dello schermo.
Anche WhatsApp offre anche alcune funzionalità di sicurezza come l’autenticazione a due fattori e la possibilità di nascondere lo stato online. Tuttavia, le funzionalità di privacy di Telegram sono più estese e personalizzabili.
I fratelli Durov, infatti, hanno posto come criterio fondante della loro app di messaggistica proprio l’elemento privacy che, nel tempo, hanno perfezionato da molte prospettive.
Entrambe permettono la creazione e l’utilizzo delle chat di gruppo anche se Telegram con i suoi “super gruppi” riesce a ospitare fino a 200.000 utenti in contemporanea, mentre WhatsApp “solo” 256.
D’altro canto, WhatsApp è più user-friendly, ha un’interfaccia più semplice da utilizzare e offre la possibilità di aggiungere le storie in evidenza, contenuti fotografici, video o scritte che spariscono automaticamente dopo 24 ore.
Entrambe le app hanno la funzione dei canali ma, anche qui, con delle differenze sostanziali.
I canali di WhatsApp sono pensati per un uso “personale”. Gli utenti possono comunicare con gli altri utenti del canale unicamente in via privata. I canali di Telegram, al contrario, sono pensati per essere pubblici, chat comprese, per cui si creano comunità di utenti che possono parlare tra loro e scambiarsi opinioni in merito alla tematica del canale che seguono.
Sui canali di Telegram è possibile, inoltre, inviare file molto grandi, fino a 2 GB. Un altro elemento limite di WhatsApp che prevede una dimensione massima per lo scambio di file di 64 MB in caso di immagini su Android (limite a 16 MB su iOS) e 120 MB per i documenti su Android contro i 128 MB su iOS.
Per il momento possiamo affermare che dal punto di vista delle funzionalità e delle tecnologie implementate, Telegram risulta essere superiore a WhatsApp. Dal punto di vista, invece, dell’immediatezza, della semplicità di utilizzo e della diffusione, WhatsApp sembra da preferire.
Come per tutte le cose, soprattutto in ambito informatico e tecnologico, la scelta di uno strumento, di una piattaforma o di una app dovrebbe riguardare principalmente il fattore utilizzo.
Se si cerca un sistema di messaggistica istantanea semplice, usato dalla maggior parte degli utenti, con funzioni divertenti e “social”, da usare principalmente per lo scambio di informazioni con contatti già in rubrica, ci sentiamo di consigliare WhatsApp.
Se si è alla ricerca di uno strumento che fornisce un sistema di comunicazione di base con i propri contatti ma si è curiosi e si vuole giocare con bot, fare nuove conoscenze e scambiare opinioni anche con persone a noi sconosciute, allora lo strumento da preferire è senza dubbio Telegram.
Come abbiamo visto le due app di messaggistica presentano elementi di somiglianza e di diversità. C’è da dire che non in tutti i contesti della vita è necessario scegliere per cui, la cosa che consigliamo, è quella di esplorare e testare le funzionalità di entrambi per capire, nel tempo, quale delle due incontra maggiormente i nostri bisogni.
Un elemento che caratterizza in modo particolare Telegram sono i bot. Vediamo nei capitoli successivi cosa sono e come utilizzarli al meglio.
3.I bot di Telegram: cosa sono e a cosa servono
I bot di Telegram rappresentano un elemento davvero distintivo della piattaforma, che ha portato moltissimi utenti ad avvicinarsi alla app solo per provare questa interessante funzionalità.
Ma, più nello specifico, cos’è un bot di Telegram? Non è altro che un utente virtuale, composto da stringhe di codice. All’interno della app appare come un utente reale, tuttavia interviene solo se interrogato ed è ben riconoscibile dalla scritta “bot” posta nella parte finale del suo nickname. I bot possono essere richiamati e interrogati sia nelle chat individuali sia in quelle di gruppo.
Un modo rapido per cercare bot è affidarsi al Telegram Bot Store, la raccolta ufficiale di tutti i bot attualmente presenti su Telegram o aggiungere il bot che si desidera all’interno della conversazione richiamandolo con il suo nickname.
Da quando è stata introdotta la possibilità di creare bot, gli sviluppatori e gli utenti “pro” si sono sbizzarriti nel creare i bot più disparati, ognuno con una sua specifica funzione. Il più celebre, il padre di tutti i bot è BotFather (“il Padrino”), di fatto il primo bot ad essere stato creato dagli sviluppatori di Telegram stesso per permettere a tutti gli altri utenti di generare bot personalizzati.
Come si usa dunque un bot e in cosa può essere utile? Un bot è simile, concettualmente a una app, ma più rapido e dall’uso integrato su Telegram. Se, ad esempio, si desidera tenere sotto controllo una spedizione si potrebbe interrogare TrackBot, un bot in grado di monitorare decine di corrieri italiani e stranieri e di fornire tutti gli aggiornamenti sulle proprie spedizioni in tempo reale.
Esiste un bot praticamente per ogni cosa, dalle previsioni meteo, alla musica, allo streaming, al dottore, al gaming, alla pornografia. Ovviamente, come esistono bot sicuri, divertenti e progettati per l’intrattenimento e l’educazione, esistono anche bot progettati per derubare le persone. Parleremo brevemente di questa tematica nel prossimo e ultimo capitolo.
4.Non solo divertimento. L’altra faccia dei bot di Telegram
I bot di Telegram sono sicuri? La risposta è ni, dipende tutto da dove si cercano i bot in questione. Se si utilizza come terreno di ricerca il Telegram Bot Store verremo in contatto con bot affidabili, sicuri e recensiti da altri utenti.
Se, al contrario, ci colleghiamo a un bot da una chat pubblica o da un canale, senza sapere la provenienza del bot, allora il rischio di incappare in un pericolo si moltiplica.
Negli ultimi anni, infatti, Telegram sta diventando sempre più terreno fertile per i cybercriminali che si ritrovano tra loro in canali e chat. Secondo Kaspersky, sulla piattaforma di messaggistica si diffondono soprattutto sistemi di phishing automatizzato, oltre alla compravendita di dati personali rubati via malware o mediante altre tecniche.
Per proteggersi da questo rischio il modo migliore è sempre quello di trovare i riferimenti dei bot usando la piattaforma ufficiale di Telegram e, in caso di strani link cliccabili o richieste di informazioni personali, come buona prassi in generale su internet, non comunicare nulla e compiere il numero minimo di azioni di risposta possibili.
Tu cosa sceglierai?
Speriamo attraverso questo articolo di aver risposto a qualche tuo interrogativo, di aver chiarito qualche tuo dubbio e, come sempre, di averti incuriosito rispetto alla conoscenza e all’uso dei due colossi indiscussi della messaggistica istantanea. Alla prossima!
Bibliografia
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